Sale dalle braci
fumanti di sangue
una fetida dolcezza
di irriconoscibile dolore
La fine fischia
come una fucina infuriata
ribolle il grasso
sul metallo incandescente
Senza scopo ho sofferto
arresa l’arsura
Nessuno ha toccato
l’amaro pasto dei paria
pestilenziale ammonimento
al digiuno delle viscere
Nessuno ha raschiato la terra
frantumando i coperchi di vermi,
ad azzardare
un’alternativa?
Venerare i cadaveri
è stato il vostro scopo,
inginocchiati ai catafalchi
per impregnare le vesti
di fumo nauseabondo,
di muscoli sfibrati,
di tendini infiacchiti,
di tessuti lacerati,
finché l’occhio, opaco,
smette di vedere
la gola, rinsecchita,
lancia un urlo fioco
le orecchie rattrappiscono
come foglie accartocciate
Poco lontano
il
mio
cuore
palpita
nuovo frattale
recalcitrante a morire
tenera e ostinata spirale vegetale
acerbo è rinato dalle ceneri del vostro rancoroso sacrificio
irrobustito al freddo gioisce, bimbo impetuoso -l’entropia è soltanto una danza]
[incompiuta.